martedì 21 novembre 2017

Tigri del mondo piccolo

by Robo

Tigri del mondo piccolo

C'è un mondo piccolo che svolge le sua dinamiche parallelamente al nostro.
Se volessimo vederlo basterebbe andare in un giardino o una cantina. Tuttavia la minutezza dei protagonisti, i limiti dei nostri sensi, la disattenzione e l'ignoranza non ci consentono di assistere facilmente ai suoi accadimenti.
Il mondo piccolo è quello degli artropodi: ragni, scorpioni, insetti, mille e centopiedi.

Siccome degli zannuti e dei cento (si fa per dire) gambe mi sono già occupato qui, li lascerò da parte ma sappiate che sarebbero i più degni di essere incoronati predatori alfa in miniatura.
Mi occuperò invece degli insetti, gli esapodi che hanno conquistato il mondo.

Per essere sinceri ci sono differenze di scala rilevanti anche nel mondo piccolo: un minuscolo collembolo non teme certo uno scorpione che probabilmente lo ignorerà ma potrebbe dover azionare la sua portentosa leva ventrale per saltare lontano da uno pseudo-scorpione (prendete l'aracnide l'originale, rimpicciolitelo più di 10 volte e toglietegli l'aculeo posteriore ed avrete il predatore mignon).

Noi non ci baderemo e parleremo delle tigri che con un po' di attenzione potremmo scorgere in azione, così come non c'interesseremo dei rapporti con il mondo grande che uccelli, toporagni e lucertole pascolano nel mondo piccolo (e, molto più di rado vengono "pascolati").
Cominciamo.

martedì 14 novembre 2017

L'usèl granflón

by Robo

Quando mia madre, in una reminiscenza un po' casuale del dialetto che parlava con i suoi fratelli, ha tirato fuori questo termine, mi sono incuriosito: "che cos'è?", chiesi. Mia madre non se ne ricordava, così, in una successiva visita in parente dallo zio William (92 anni, pronuncia Villiam), glielo chiesi. "Mó...a nun m'arcord pió...", poi ci pensò un attimo e alzò le braccia, con le palme delle mani verso di me, e chiuse a uncino tutte e cinque le dita. "Un uccello rapace!", esclamai, "l'usèl granflón é un rapace!". Mio zio fece spallucce.

Ora io non so se vi fossero anche significati traslati ma il primo utilizzo di questa espressione riguardava, con tutta probabilità, gli uccelli che predano e i loro lunghi artigli.

Io amo gli uccelli da preda. Per la loro bellezza, per la loro fierezza. Caratteristiche che fanno da contraltare alla loro delicata situazione ecologica. Sono specie generalmente fragili per l'impatto che l'uomo può esercitare su di essi, sia perché sono visti come competitori, sia perché non essendo, di solito, generalisti dipendono dalla presenza di specifiche prede e la modifica dell'habitat li può privare di esse e costringerli alla fame. Non vale per tutti ma gli esempi di antropizzazione efficiente, a quel che so io, sono abbastanza rari.

Credo si merino un post: andiamo a incominciare.