domenica 26 aprile 2015

LITTLE SHOP OF COMICS (parte terza)


PRIMA DI TUTTO...ESCHER

Escher
Il fumetto e' arte sequenziale. Le immagini sono costruite apposta per aiutare il lettore a seguire lo sviluppo della storia, e per belle o strane che siano, devono comunque rispettare uno schema narrativo, che fa del movimento dell’occhio il suo perno essenziale, E’ questo che lo distingue dall’arte statica, in cui non esiste storia, ma semmai un insieme di sensazioni e stimoli visivi, compresse in una singola immagine.
M.C. Escher, il famoso incisore e grafico olandese,  con i suoi giochi ottici regolati da schemi matematici, le sue costruzioni impossibili entro cui  l’azione si sviluppa in spirali infinite, suggerisce invece che il movimento possa anche comprimersi in un'unico istante, come un quadro che si muove al suo interno, finendo per creare quasi un ibrido tra le due suddette forme artistiche.
Will Eisner
Gianni de Luca
La sua idea ha stimolato diversi autori in epoche diverse e soprattutto con culture diverse, tutti pero’accomunati da un forte impulso creativo,  e da un’inesauribile voglia di divertirsi.
Will Eisner lo ha spesso usato sia in Spirit, sia nelle sue graphic novel (di cui e’ considerato l'antesignano con il suo "Contratto con Dio”),
Gianni de Luca invece ne fa il suo segno distintivo in molte sue trasposizioni a fumetti di tragedie Shakespeariane).

Frank Miller nel suo Elektra Lives Again lo cita apertamente, in Promethea di Alan Moore e J.H.Williams III (autore che meriterebbe un post a parte), qui sotto, i personaggi si muovono come su di un nastro di Moebius.


Elektra lives!
Promethea

Asterix e i Britanni
Il fumetto comico, Asterix per esempio, sfruttando situazioni
perennemente sopra le righe, usa ampiamente questa tecnica
in tutte le sue forme col grande vantaggio di non doversi mai
 preoccupare di risultare realistico.
Qui accanto: un'azione che occuperebbe almeno  4 vignette, compressa in una sola.
Ancora Asterix














ANARCHY IN USA

La lunga onda punk che invade il fumetto americano negli anni ottanta, opera una importantissima rivoluzione soprattutto sulla scrittura e sui temi trattati, usando la parte grafica, nella maggior parte dei casi, come mera chiave d'accesso ai gusti di un pubblico  piu' vasto possibile.
 Per uno come Alan Moore per esempio, l'immagine deve essere al servizio del testo, mai il contrario. Infatti il tratto pulito di Dave Gibbons in Watchmen gli e' utile per recuperare il rigido schema a griglia del fumetto classico, entro cui operarne una completa riscrittura.

Dark Knight returns
Dal punto di vista narrativo, e' significativo  l'ampio utilizzo di un linguaggio tipicamente cinematograficho. Piano americano, veloci zoommate in avanti e indietro, flashback, rallenty, infiniti piani sequenza., il tutto per dare ritmo alla storia, e portare il lettore ad un approccio dinamico e di globale immersione.

Tutta la British Invasion (british  per modo di dire, perche' Miller e' americano), in fondo e' basata sul recupero di vecchi supereroi della Golden e della Silver Age (a parte Batman, Sandman per esempio era un character di Kirby e Simon, tutti i protagonisti di Watchmen sono personaggi della Charlton Comics, la Doom Patrol e Animal Man di Morrison hanno le loro origini negli anni sessanta), con l'intenzione di ampliarne ed approfondirne  umanita' e psicologia, fino a dargli lo spessore di veri e propri personaggi da romanzo.
E’ questa  la svolta epocale che,  da una parte permette  al fumetto americano di diventare finalmente adulto, e dall'altra, tramite il palese marchio di autorialita' delle opere,  si fa espressione dell'urgente necessita' da parte degli autori, di rivendicare il diritto di proprieta' intellettuale, e conseguente esclusivita', della propria opera.

La millenaria battaglia per veder riconosciuto il proprio status di autore completo, che negli anni ha visto in prima linea grossi calibri del fumetto come Will Eisner, sembra  giungere finalmente alla sua piu' positiva conclusione con la nascita della Image.
Essa fu la prima grossa casa indipendente americana, nata nel 1992 per opera di Rob Liefeld  (il cui seppur breve successo rimane uno dei piu' inspegabili enigmi della storia del fumetto) e Tod Mcfarlane, reduce dalla sua piccola rivoluzione grafica compiuta su Spiderman.
Il periodo in cui tentarono l'impresa era particolarmente proprizio : l'industria fumettistica americana stava attraversando la sua fase piu' redditizia, e gli autori potevano cosi' provare ad essere finalmente gli unici usufruitori del successo dei propri personaggi.
Il tempo, insieme agli indubbi meriti dell'operazione (soprattutto commerciali), ne evidenziera' purtroppo anche i limiti artistici e creativi, limitandosi in fondo solo a reiterare vecchie formule appesantendone enormemente i contenuti. Di tutto cio' ora rimane ben poco, solo Savage Dragon sempre scritto e diretto dal solo  Eric Larsen, caso piu' unico che raro di collana  scritta e disegnata sempre dallo stesso autore.
Cerebus e' considerato il primo fumetto indipendente, interamente autoprodotto, Bone di Jeff Smith l'esempio piu' famoso.
Era  l'epoca pionieristica in cui l'enorme espansione del mercato, offriva a chiunque l'opportunita'  di far conoscere la propria opera anche organizzando campagne pubblicitarie on-the-road,  viaggiando su camioncini scalcagnati e volantinando i partecipanti alle varie fiere da bancarelle improvvisate.
Finalmente pero’ le vendite erano  legate unicamente alla qualita’ del fumetto, e non solo a furbe operazioni di marketing. 

QUADRI DA UN?ESPOSIZIONE 

La British Invasion, insieme al suo spirito iconoclasta (piu' o meno evidente : infatti ad esempio mentre Marshal Law e’ un vero e proprio cazzotto sui denti, Sandman e' pura letteratura), offri' anche un'ambiente ottimale per esprimere a chiunque volesse farlo il proprio bisogno di sperimentare. E' un lento ma inesorabile allontanarsi dai semplici tratti a matita, dai retinati e dai colori basici.
I primi timidi passi su questa strada li aveva gia' compiuti il solito Jack Kirby, che in un numero dei Fantastici 4 del 1964, aveva introdotto la tecnica del collage (poi ampiamente usate nella saga dei Nuovi Dei). Grandi fotografie facevano da sfondo ai viaggi infragalattici dei 4.
 Vent'anni dopo Dave Mckean (che aveva gia’ mostrato il suo talento pittorico in Arkham Asylum) iniziava sulle  copertine di Sandman a fare di questa tecnica  il suo marchio di fabbrica. Il passo successivo lo compi' la Epic, linea adulta della Marvel (come la Vertigo lo sara’  per la DC), quando pubblica quel viaggio allucinogeno che e'  Stray Toasters di Bill Sienkievicz. 
Stray Toasters
 Disegnatore dal tratto non convenzionale, dopo il felice connubio con Frank Miller con Elektra Assassin, partorisce la sua prima (e ultima) opera in solo, costruendo un caleidoscopio di suggerimenti visivi e narrativi, che a suo tempo trovo' il pubblico decisamente impreparato ad affrontare questa lisergica maratona intellettualoide, ma che rimane una esperienza stimolante per chiunque abbia "osato" avvicinarvisi. 
Con qualche anno di ritardo anche il fumetto, come l’arte, entrava nella sua fase piu’ sperimentale.
L’unica sostanziale differenza fu che, se per l’arte era una strada senza ritorno, per il fumetto furono una serie di  episodi, seppur intensi e con importanti conseguenze.
Kabuki
David Mack e’ famoso per il suo personaggio di Kabuki (killer giapponese sulla falsa riga di Elektra), ma anche nelle sue incursioni in terra marvelliana con Devil ha mantenuto il suo stile narrativo fatto di schizzi, foto, acquarelli, apparentemente  buttati alla rinfusa sulla pagina come bastoncini di shanghai, in mezzo ai quali, per seguire il filo della storia, bisogna farsi strada come in una caccia al tesoro.

In Italia in questo campo non siamo secondi a nessuno, anzi a volte arriviamo prima degli altri.
Nel 1983 tra le pagine  di Alteralter,  prima rivista italiana tutta di racconti a fumetti e spin off del piu' famoso Linus (che ancor oggi raccoglie il meglio delle strip mondiali), spunta una piccola strana gemma.
E' un inserto chiamato Valvoline Motorcomics, e sembra un minicatalogo di arte moderna.
 Dentro si respira aria futuristica (Depero e Balla in testa), ed e' frutto del coraggio un po' incosciente di un gruppo di universitari bolognesi che frequentavano il Dams negli anni settanta, durante quel magnifico e fecondo periodo di grande fermento culturale, in cui la parola d'ordine era "alternativo", a volte senza preoccuparsi  bene a cosa. Nasceva il Male, che mentre faceva satira politica promuoveva geni stravaganti come Pazienza e Scozzari, e Frigidaire che cercava di occupare invece lo spazio della rivista culturale.
Brolli, Carpinteri, Igort e Mattotti, si nutrivano giornalmente di fumetto, cinema ed arte in ogni sua manifestazione, e nei loro lavori si respirava tutto questo. Purtroppo l'esperimento avra' la durata di vita di  un'effimera (solo 7 numeri), non cosi' per fortuna la carriera di alcuni  suoi protagonisti, alcuni dei quali hanno avuto nel tempo pienamente riconosciuto il loro valore ( Mattotti in testa).
Mattotti-the raven
Carpinteri









Se c’e’ un autore la cui carriera e' un vero e proprio paradigma del perenne bisogno di cercare nuove espressioni artistiche,  come un vero e proprio Picasso del fumetto, quello e’ senza alcun dubbio Alberto Breccia.
Il maestro argentino, dopo gli inizi contrassegnati da un tratto pulito ed essenziale,  dopo aver ampiamente utilizzato le tecniche di chiaroscuro nelle storie di Mort Cinder  (una specie di ebreo errante) e di collage per i suoi racconti sui miti di Cthulhu, dopo aver rivoluzionato il suo stile  con esplosioni di colore e ritratti grotteschi da disegno infantile nella sua rivisitazione del mito di Dracula, verso la fine della sua carriera ha completamente abolito la parte grafica, preferendo affidarsi unicamente all'utilizzo dei materiali piu' vari.


Breccia - Il cuore rivelatore

              
 Dracula

Cthulhu














FLEX MENTALLO

Grant Morrison e' una delle piu' significative teste di ponte che l'Invasion ha posto in terra americana, e che con il proprio successo, ha garantito nel tempo un flusso continuo di nuovi invasori, con calibri pesanti come Garth Ennis e Mark Millar.
 Scrittore ostico, nel 2009 e' uscito un tomo di ben 356 pagine con l'ambizione di spiegare le mille sfaccettature della trama di "The Invisibles",  tanto la sua opera e' complessa ed inafferrabile.
In Doom Patrol  invece ha trasformato un normale fumetto anni sessanta su un gruppo di superfreak emarginati, in un'opera dadaista, che vive di personaggi impossibili, come Danny the street, una strada senziente e transessuale.
Il suo lavoro, insieme a quello di Moore su Swamp Thing e di Delano con Hellblazer, ha fatto la fortuna della linea Vertigo.
Ma il vero compendio di cio' che "L'invasione" si proponeva di fare, ed ha fatto, e' sicuramente il suo Flex Mentallo.
Flex Mentallo
Modellato sulla fisionomia di Charles Atlas, icona del culturismo anni cinquanta e famoso per la piu' lunga campagna  promozionale mai realizzata,
nelle pagine pubblicitarie dei fumetti di quel periodo la sua tecnica miracolosa per ottenere un garantito e rapido accrescimento muscolare, come serieta' faceva il paio con gli occhiali a raggi x.
Flex, l' uomo del mistero muscolare,  nella versione supereroistica puo' alterare la realta' solamente flettendo i suoi bicipiti. 
Nato sulle pagine di Doom Patrol, con i suoi pantaloncini leopardati, e' fin dalla sua rappresentazione grafica un personaggio volutamente sopra le righe.
 La mini di 4 numeri a lui dedicata, ripercorre  fin  dalle copertine l'intera storia del fumetto supereroistico nelle quattro fasi classiche : 
Flex che grida verso i lettori come il Flash della Silver Age, Flex nello spazio come in un fumetto della EC,  Flex come Dark Knight in un cielo pieno di fulmini, Flex spezzettato  in tante microvignette in un'immagine ipermoderna.

Leggere Flex e’ come riguardare  l'album di foto di un vecchio amico, e ripercorrere tutte le varie tappe della sua vita, dalla nascita all’eta’ adulta, con un piccolo sguardo finale su un suo possibile futuro.
Flex e' la storia del fumetto americano, quella del suo autore, e un po' anche di noi lettori.

1 commento:

  1. Quanta roba é passata sotto gli occhi dei lettori. Quanta da quanto ho smesso di leggere fumetti con la famelicità di un tempo. Ti fermi per un po' e le cose che avevi letto come avanguardie (The dark knight, Born again, Judge Dredd) sono vecchie di 20 anni. Quanti modi diversi di fare una vignetta... Quanti modi diversi di usarla per raccontare una storia...

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