giovedì 12 marzo 2015

Ragnacci e ragnetti - parte seconda


by Robo

Prosegue da: Ragnacci e ragnetti - parte prima

In questo proseguo della "araneide" parliamo en passant degli araneomorfi, ossia i ragni con i cheliceri che convergono, ossia la stragrande maggioranza di specie.

A differenza dei migali/tarantulas che si assomigliano molto qui si trova veramente di tutto.
Tanto per fare qualche esempio: la "nostra" tarantola o ragno lupo, i gambalunga che sopravvivono, non si sa come, nelle polverose cantine, le vedove nere con la versione italica "annacquata", i ragni striati o crociati che fanno bellissime tele simmetriche e poi si mettono al centro di esse (spero vi sia capitato di vederli, a me è successo).

Ma c'è tanto altro, tanto che va molto oltre le mie conoscenze ma che grazie ad un'accompagnamento di immagini condivise in rete da fantastici fotografi vorrei condividere.
La mia trattazione è fortemente parziale, incompleta e dilettantistica.


Tra le tante famiglie vi è quella dei Sparassidae.

É costituita da numerose specie di ragni cacciatori attivi cosmopoliti con "volti" talora molto interessanti, a mio parere. Si spostano alla ricerca delle loro prede, rappresentate da insetti, amano i boschi, i substrati naturali, e possono essere considerati animali utili anche perché raramente il loro morso é pericoloso e per farti mordere te la devi proprio cercare.
Tengono la prima coppia di zampe molto distesa in avanti, questa è una caratteristica tipica della famiglia che talora fa assomigliare la loro sagoma a quella dei granchi.
Hanno spine sugli arti ma non sul corpo. In inglese sono conosciuti come Huntsman Spiders.
Le foto sotto mi parevano notevoli.
Altro che Shelob!


Secondo esempio:


E, dulcis in fundo:



Passiamo ad una famiglia, quella degli Oxyiopidae, caratterizzata da un tipico testone camuso.

Sono ragni che cacciano per agguati, evitano i possibili predatori grazie anche alla loro velocità e manifestano una inusuale tolleranza per i membri della propria specie, con almeno un esempio di franca socialità ragnesca; pensate ai leoni tra i felini, tra l'altro il nome vernacolare anglosassone di questi ragnetti è Linx Spiders.

Alcuni di loro assumono una rilevanza nella lotta biologica agli insetti nocivi per le coltivazioni.
Una volta di più: mai uccidere un ragno, ci servono più di quanto ci nuocciano.



Poi vorrei parlarvi di Lycosidae, i Wolf Spiders, famiglia di ragni cacciatori che usano le filiere della seta ma non per tessere la classica ragnatela, piuttosto ci costruiscono le capsule ovigene con cui le neo-mamme vanno a spasso e cacciano.
Un po' come quelle signore di colore che vanno a far la spesa al supermercato col bimbo addosso.
Hanno cure parentali ed ragnini passano qualche tempo dopo la nascita a cavallo dell'aggressiva genitrice. Vagano a caccia di prede e sono dotati di un'ottima vista come si evince dall'anatomia del capo che è parecchio significativa in tal senso.
Alcuni costruiscono cunicoli trappola come fanno certi migalomorfi piccoli (si fa per dire).

Signori la bellissima, nostrana, Tarantola:


Probabilmente lo sapete tutti ma non è un ragno di cui si debba temere il morso che si sente ma non ha effetti sistemici rilevanti. Lo stato di tarantolato è culturale e non neurologico.

Passiamo ora ai Deinopidae.

Questi sono ragni allungati che letteralmente pescano le prede. Ovviamente non paliamo di un atteggiamento passivo ma di una cattura attiva. In pratica essi tessono una piccola tela tra le zampe anteriori e poi si gettano sulla preda imprigionandola ed immobilizzandola in questa trappola preparata ad hoc. Dopodiché un morsetto, la dissoluzione enzimatica, e via. I

l genere Deinops é il più conosciuto ed è intrigante per il suo aspetto, tanto che i ragni di questo gruppo sono chiamati Ogre-face Spiders.


Il ragno col suo trappolone:



I ragni granchio, famiglia Thomisidae, sono ragni cacciatori senza tela che si appostano nel calice dei fiori, opportunamente mimetizzati dalla propria tonalità oppure sotto le foglie, e ghermiscono gli insetti che si posano sulle corolle per nutrirsi.

Uccidono spesso anche insetti più grossi di loro e sono chiamati in tal modo per la forma della loro sagoma ed anche perché sono in grado, a somiglianza del crostaceo, di camminare all'indietro e di lato.

Esempi:


E con la sua preda:



Siamo giunti ai miei preferiti: i Salticidae.
Avete mai visto dei ragnetti piuttosto piccoli, con una postura molto raccolta? Sono quelli che hanno portato l'effetto della distensione idraulica degli arti al suo massimo livello, infatti...saltano, e parecchio. Per questo motivo sono tendenzialmente di dimensioni relativamente ridotte, se i migale balzassero come salticidi sarebbero mostri da film horror!
Sono parecchio aggressivi con le prede più piccole di loro e c'è chi dice che, se riuscite ad agitargli davanti qualcosa che rammenti loro un insetto, potreste vederli in azione.
Ho trovato badilate di immagini in rete ma ne ho scelta una che suggerisce un atteggiamento un po'...vezzoso:



La famiglia Nephilidae mi ha intrigato per altri motivi.
Contiene al suo interno il genere Nephilis, famoso per la sua capacità di costruire grandi e complesse ragnetele di colore dorato grazie ai pigmenti contenuti nelle proteine della seta. Si suppone che tale colorazione sia stata favorita dalla selezione naturale poiché consente un miglior mimetismo nelle zone in ombra della foresta, ma potrebbe avere anche effetti di attrazione diretta su alcuni impollinatori.
La tela può avere spirali centrali anche larghe un metro ma i fili di sostegno possono essere altrettanto distanti, rendendo la "sragnata" dell'opera di un Nephilis un'esperienza non proprio piacevole; anche se per non notarla bisogna essere ipovedenti o intenti in corse pazze e gioiose nella foresta.
Non é un record per quando riguarda i siti di ancoraggio ma credo che come superficie i Nephilis detengano lo scettro di ragni con la tela più estesa o comunque sono ben piazzati in classifica. La cosa che mi ha affascinato di più, ma potrebbe essere per la mia ignoranza, è che la grande casa dei nostri è abitata da parenti profittatori che parassitano il lavoro del padrone di casa, trattasi di ragnetti kleptoparassiti che rivedremo e di cosiddetti ragni spinosi.
Insomma non fanno neppure la fatica e godono dei vantaggi anche se va detto che, per le ridotte dimensioni non competono con il padrone di casa per le prede di dimensioni maggiori (talora i Nephilis catturano addirittura piccoli uccelli e serpenti).


Una famiglia resa famosa dalla sua star é quella dei Therididae, la star é il genere Latrodectes, ossia le vedove nere.

Come sapete tutti sono velenose e possono mangiare il maschio, dopo averlo usato come fornitore di sperma, se costui non è svelto a svignarsela.
Insomma, giocoforza, sono divenute facilmente assimilabili (come le mantidi) all'atteggiamento di certe femmine umane che, dopo aver sfruttato i sentimenti (o la libidine?) dei loro spasimanti per ottenere ció che volevano, li scaricano. É probabilmente una forzatura messa in giro da maschi delusi :-) ma la figura retorica puó starci.
Comunque in italia abbiamo la versione low profile, la vedovella neretta che è la malmignatta.

Per riconoscerla non c'è bisogno di essere un aracnologo, per rischiare di farsi mordere bisogna essere coglioni, che il veleno è potenzialmente pericoloso.


Della stessa famiglia fanno parte i ragnetti cleptoparassiti citati prima come profittatori della fatica dei tessitori di seta dorata Nephilis.

Cito la famiglia Desidae per le loro peculiari abitudini, si muovono e si nutrono, nella maggior parte dei casi nella zona intertidale, ossia dove agiscono le maree. È un habitat piuttosto inusuale per un ragno e potenzialmente pericoloso, ma fornisce prede specifiche e dove ci sono prede ci sono ragni. Alcune specie superano l'alta marea usando scheletri di crostacei o cirripedi come batiscafi cui chiudono i buchi con la tela, garantendosi così una riserva d'aria. Ammetto che ho cercato questa famiglia solo dopo essere rimasto colpito da un suo rappresentante che ho chiamato "ragno dentone":


Prosegue su Ragnacci e ragnetti - parte terza

Fonti fotografiche
http://www.lucianabartolini.net/
http://www.scottshotsphoto.com
http://sgmacro.blogspot.it/

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